Luca Cacciapuoti (in arte Arsenyco) nasce a Napoli nel 1993. Cresciuto a Pozzuoli (provincia della città natale) deve la sua sensibilità agli anni passati tra gli studi e le performance di danza su vari palcoscenici (12 circa), in contemporanea agli studi presso il liceo artistico di Napoli e la successiva laurea in Nuove Tecnologie dell’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli nel 2017.
Comincia a fotografare poco dopo i 18 anni, negli anni in cui inizia un lento distacco dalla danza, la fine del liceo e l’inizio dell’Accademia. Al percorso di fotoreporter nel by-night partenopeo, si affianca quello della ricerca di un proprio linguaggio che si avvale degli studi liceali e accademici, dei corpi, della danza e della teatralità. Nascono così vere e
proprie messe in scena e metafore visive, che si completano con l’inserimento sempre più frequente di un testo come sottotitolo sovrapposto all’immagine, con lo scopo di creare empatia e spingere ad una riflessione lo spettatore.
Quando nasce Arsenyco e la sua passione per la fotografia?
Durante gli anni da danzatore, e gli ultimi del liceo, le macchine fotografiche e la fotografia si fecero sempre più presenti nella sua vita, fino a quando preso dalla curiosità decise di provare. Comprò la prima macchina fotografica quasi per capriccio, stanco di dover chiedere il permesso di usare quella degli altri quando possibile. Non pensava potesse diventare il suo futuro, e in realtà ancora non ne è
certo.
Fatto sta che comincia ad investirci presto, senza alcuna pretesa di guadagno, solo per un intimo piacere, personale, di migliorare.
Il nome nasce da vari eventi e coincidenze nel suo personale. Al pubblico lo presenta più semplicemente come un veleno, più precisamente quello usato per uccidere dall’interno senza lasciare traccia
(tra le varie ipotesi della morte di Napoleone, c’è anche quella di avvelenamento da arsenico). L’arsenico per lui richiama l’idea romantica di qualcosa, qualcosa che “ci mangia da dentro”.